La carità vincenziana
Nel 1904 a Palermo un gruppo di giovani aristocratici fonda la prima Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli.
In un verbale del 25 dicembre 1904 si legge che Nino Petyx ne fu eletto il primo Presidente.
Essendo quell’anno il cinquantenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, lui ex-allievo salesiano, intitola la Conferenza della parrocchia cattedrale di Palermo al venerato nome di Maria Immacolata. In breve tempo molti uomini mettono la propria vita a disposizione degli ultimi, sull’esempio del fondatore Petyx. Nei primi mesi di attività, furono spese quasi mille lire, cifra considerata alta a quei tempi, in parte elargita dal presidente. La Conferenza in quel periodo aveva visitato 75 famiglie povere, con una cadenza settimanale; la metà di queste era sovvenzionata perché poverissima. Alcuni lo erano da generazioni, molti lo erano diventati da poco.
Nino Petyx, personalmente distribuisce viveri, medicine, coperte, materassi, abiti; paga mensilità di case e di tasse scolastiche; acquista libri, utensili di lavoro per dare una dignità agli ultimi. Anche in questa missione Nino Petyx è precursore dei tempi moderni.
Oggi si è capito che non è sovvenzionando un povero che lo si arricchisce, ma donandogli la dignità spesso, mai avuta e costruendo con lui il suo futuro, parlando dei suoi desideri, orientandone le attitudini. La carità vincenziana è vivere insieme al povero, come lo si fa con un amico con cui si trascorre piacevolmente il giorno e anche la notte alla ricerca di quel Volto, il Volto di Gesù; desiderando nient’altro che la felicità dell’amato.
Le visite “uso Nino Petyx ” non sono che questo.
Una vecchina faceva le pulizie presso una famiglia: è sfrattata perché malata: Nino Petyx si toglie la giacca, e umilmente prende secchio e scopa e lava la scala di persona. La vecchina non sarà più scacciata.
Un padre di piccoli orfani non sa come sfamarli, ecco Nino Petyx: li prende in braccio e sotto il sole cocente dell’estate palermitana, di persona, bussa agli orfanotrofi…” Bussate e vi sarà aperto “ e colloca gli orfanelli.
Un vecchio pescatore è gravemente malato di tisi, Nino Petyx è là che prepara a sue spese e con le sue mani il brodo caldo, lava la biancheria, rimbocca le lenzuola pulite; è và a cercare il sacerdote per l’incontro con Gesù Eucarestia, e recita le ultime preghiere con lui mano nella mano, come un figlio che vede morire il proprio padre.
I poveri del Capo, di Ballarò, della Kalsa, dell’ Albergheria, di Fieravecchia non cercano che lui, il barone, non vogliono che…il Santo.
Le Conferenze di San Vincenzo si espandono, si moltiplicano e vi accorrono persone da tutta Palermo per donarsi agli altri.
Molti lo osservano, lo imitano, lo amano .
A Casteltermini
Il barone Nino Petyx soleva spesso tornare a Casteltermini, i documenti attestano che nell’estate 1907 fondò con alcuni amici, la Conferenza di San Vincenzo nella parrocchia Matrice. Il primo presidente fu, l’amico, commendatore Adamo Lo Bue che con una lettera datata 10 ottobre 1910 ci parla di come tutto si svolgesse “uso Nino Petyx“.
testi tratti da: ” Una storia di santità” Luisanna Saporito Licata, “Il servo dei Poveri” A. Abate – Blasucci
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L’elenco delle sue molteplici attività, tutte espletate con grande amore, senza mai togliere niente a Dio nelle sue pratiche, o alla famiglia nei suoi doveri, continuarono fino alla morte.
Eccone le principali legate alle Opere di Misericordia.
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